17 mar 2011

Ancora l’8 marzo, o della buona politica delle donne

di Mariolina Tentoni (tratto da: http://viteintransito.wordpress.com)
Allora, la festa dell’8 marzo alla Casa della pace di Rimini è stata bellissima.
 La festa di fine carnevale per migranti partecipanti ai corsi di italiano, organizzata dall’associazione Arcobaleno, coincideva quest’anno con la giornata della donna; quindi il pomeriggio è stato pensato tutto al femminile; donne le organizzatrici, donne del mondo le destinatarie, donne le scrittrici, di cui sono stati letti i testi; naturalmente  con una apertura alla città e un’apertura agli amici di genere maschile.
 La Casa della pace ha offerto, in consonanza alla sua ragion d’essere, ospitalità a  una festa delle differenze: diverse associazioni,  culture diverse, e poi differenze di genere, infine differenze di età. Festa dell’ospitalità.
Si viveva un clima caldo, disteso, dove la convivialità si intrecciava alla creatività, il piacere di incontrare vecchie amiche si arricchiva del piacere di conoscere persone nuove, la condivisione del cibo lasciava spazio alla condivisione dei racconti e degli scritti, il lavoro a maglia, fatto insieme, era sotteso dalla musica e dal brusio delle conversazioni. Una esperienza di benessere condiviso.
 Dice Manila: io sono passata con il mio nipotino vestito da robin hood e mia sorella. Mi spiace di non essere potuta rimanere di più. Devo dire che ho trovato una bellissima situazione e una sensazione diffusa di benessere, solarità  e condivisione. Mi ha colpito molto come le persone si erano distribuite nello spazio, fuori c’erano i ragazzi di riminesi globali (tutti senegalesi) che pasteggiavano allegramente la merenda offerta nel pomeriggio, dentro tante donne ma non solo, i gomitoli colorati, gli acquerelli alle pareti, la musica in sottofondo. Devo dire che era un mix perfetto.
Sì, era molto bello e singolare questo circolo magico fatto da moltissime ragazze, molte delle quali cinesi ( con al seguito qualche fratellino), che imparavano il lavoro a maglia; ricordava i circoli delle donne di una volta, dove il lavoro delle mani permetteva la condivisione di storie, e le bambine imparavano i saperi femminili, il lavoro e la vita..
Moltissime donne si sono avvicendate, molte sono rimaste tutto il pomeriggio, e il momento culminante, verso la fine del pomeriggio, ha visto protagoniste le donne di Vite in transito. E’ stata organizzata da Vite in transito la mostra di acquerelli  esposti nella sala principale della Casa della pace, e dipinti da donne migranti, che hanno partecipato ai  nostri laboratori di scrittura autobiografica.
E’ stata dedicata la giornata al ricordo di Mirela Cimpoesu, insegnante e scrittice, morta troppo  presto, quando sembrava avesse la vita davanti; tante esperienze condivise, a partire dal laboratorio di scrittura autobiografica, tanti progetti comuni. Le abbiamo dedicato una targa , che rimarrà alla Casa della pace.
Abbiamo insieme ricordato il senso dell’8 marzo: la giornata della donna coincide con  il giorno della  strage di 126 donne operaie, morte in un incendio in una fabbrica di abbigliamento, nel 1911, esattamente 100 anni fa’, a New York; ed erano tutte immigrate o dal sud dell’Italia o dai paesi dell’Europa dell’est, in maggioranza ebree; allora la memoria si intreccia al presente e ci impegna a chiedere oggi  un lavoro dove siano garantite la sicurezza, la dignità e la giustizia per noi, per le  migranti, per le donne in ogni parte del mondo. Ci teniamo idealmente per mano.
Poi sono cominciate le nostre  letture: il testo di Marisol, e poi Gloria sulla vita delle donne migranti, Nara col suo primo giorno di scuola, tenero e divertente,  Mirtha e una nuova amica che hanno letto delle poesie e poi Stella che ha letto 3 testi di Mirela, l’ultimo, il più commovente, Lettera al destino.
 Alla fine ancora musica, brindisi, ringraziamenti, abbracci e appuntamenti per ritrovarsi. Con la sensazione di aver vissuto un bel momento di relazione e di condivisione, di scambio e di benessere.
 Anche questa è politica, politica delle donne, buona politica.
La mia gratitudine a Federica, Black Dahlia, che ha messo la musica, a Stella che ha letto e alle altre amiche che hanno condiviso i loro scritti, a Cristina, a Martina e alle volontarie di Arcobaleno che hanno organizzato, a Nicoletta, di Mani tese, che ha condotto il laboratorio, rilassato e giocoso, di lavoro a maglia, a Fabio, marito di Mirela e a tutte e a tutti quelli che hanno condiviso con noi questo momento.

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